-ATTENZIONE- "L'autore del Blog è una persona molto schietta e non sempre molto pacata, per cui alle volte si avvarrà di un linguaggio scurrile e volgare, tenere fuori dalla portata dei bambini da 3 ai13 anni, per effetti collaterali si prega di contattare uno psichiatra, o un esorcista se serve. Anche Gerry Scotti andrà bene."

martedì 18 dicembre 2012

La Paura del domani.



Ciao.


Probabilmente vi starete chiedendo perché non vi saluto nel solito modo un po' strambo. Non sono particolarmente in vena di fare dell'umorismo o almeno provarci.

Sto passando un periodo di completo stress. Sociale, lavorativo persino familiare.

Non vorrei lamentarmi con voi dei miei problemi comunque, ne abbiamo tutti, e so bene che, se siete adulti e impegnati,  siete nella mia stessa situazione, e vi capisco.

La verità è questa, sicuramente qualcuno si troverà nella mia stessa situazione per cui leggerà con maggiore interesse quello che scriverò adesso, i più giovani non capiranno queste parole e in ogni caso sarà un post noioso, per cui se non avete voglia, smettete di leggere qui. Io capirò.
Fate partire questo link.

Ho 22 anni.

Provo una profonda paura. Anzi, terrore. Un terrore che si sta lentamente trasformando in qualcosa di più, una specie di fobia.

Non mangio più, non dormo la notte, passo le giornate chiuso in casa a disegnare come un forsennato come se non esistesse nient'altro, evito gli amici, con la mia ragazza sto uscendo molto meno di quanto normalmente si fa, non gioco a un videogioco da mesi, non vedo film, ascolto musica come se fossero dei boing di voga.

Ho 22 anni.

Ho paura, ragazzi.

Ho molta paura.

Ho paura di non riuscire a fare qualcosa per cui sto sputando sangue e per cui sto impiegando tutto me stesso.
Non credo di essermi impegnato così tanto neppure per l'esame di stato.

Ho paura di arrivare a 30 anni e di non aver concluso nulla dalla vita, e tutto perché voglio disegnare, inseguendo un sogno e basta. Ho paura di fallire, ho paura di non avere altre alternative. Ho paura che qualsiasi cosa che può distrarmi possa provocarmi perdite di tempo inutili.

La notte dormo e sogno di sprofondare, oppure non dormo affatto e sprofondo lo stesso. Ma nello sconforto.

I risultati che ottengo sono mediocri, o comunque non soddisfacenti per il conseguimento dei miei obbiettivi.

E tutto per cosa? Per inseguire degli ideali?

Sì.

Nonostante tutta questa sofferenza, continuo a crederci. Io AMO disegnare, e nella vita non vorrei fare nient'altro che questo. Io sento che è questa la mia strada, perché è quello che desidero fare da una vita sopravvivere disegnando. Ma l'idea di fallire mi sta lentamente uccidendo. Non avevo mai portato a simili livelli la paura. Nemmeno quando mi vengono gli attacchi di panico per l'agorofobia.

Qualche anno fa soffrivo di narcolessia, ma erano stronzate. Ero semplicemente molto, molto stanco.

E quest'anno più di allora. Ma non posso permettermi di dormire. Non ne ho il tempo. Sono in ritardo per la tabella di marcia. Non ho nemmeno il tempo e la voglia di mettermi a fare comunella e  mettermi in mezzo a polemiche o fare stronzate per pariare con gli amici.

Non ne ho il tempo. È già molto tardi, e rischio di perdere l'unico treno che mi porterà a destinazione.

Porcaputtana, è la Circumvesuviana.

Ho 22 anni, e non riesco a godermi la vita come dovrebbe fare qualunque ragazzo della mia età, perché ho paura che, facendo così, non riuscirei poi  a permettermi un futuro.

Ho ascoltato molte persone, tra amici parenti o semplici conoscenti dire sempre la solita frase come una litania che mi rieccheggiava nella testa "Devi pariare e goderti la vita adesso che puoi farlo".
Non dico che hanno torto. Normalmente avrebbero ragione. Non in questo caso però.

Ho sempre lavorato in vita mia, disegnando, a volte gratuitamente, a volte venendo pagato. Più volte gratuitamente. Ma anche quando vieni pagato, la sensazione di potenza è breve ed efimera in confronto alla paura che attanaglia la mente di chi soffre.

La paura, ragazzi. La paura è la malattia più grande per un disegnatore. Avete letto bene, una malattia, talmente distruttiva e allo stesso tempo così tanto utile. A volte, più utile degli insegnanti stessi che provano a insegnarmi un mestiere.

"Di che hai paura? Siamo tutti sulla stessa barca, nemmeno i laureati con il massimo dei voti trovano lavoro"

....Perché diavolo questo dovrebbe confortarmi? Mi rende ancora più chiuso, invece. Mi crea un terrore allucinante sapere di ragazzi dalle capacità incredibili che alla fine non hanno concluso nulla.

Ho combattuto tutta una vita per non diventare un fallito, e anche se gli altri mi reputavano tale, non me ne fregava mai nulla perché non è il parere degli altri che conta, ma quello che ci si sente dentro il proprio cuore per sé stessi che determinano ciò che noi siamo.

Non voglio perdere questa convinzione.  Quindi combatto. Soffro. Soffro tantissimo, per amore di un'ideale che probabilmente in pochi abbracciano davvero.

Perdonatemi lo sfogo, la pateticità, o la melodrammaticità. So bene che toni così non sono belli o divertenti da leggere, rispetto a quel modo di porsi a cui da sempre vi ho abituati soprattutto su questo blog. Ma ne ho bisogno. Non mi basta più confidare questa sofferenza privatamente con la mia ragazza. Avevo bisogno di farlo sapere a qualcuno. Probabilmente tu che leggi, dopo aver letto questo post ti sentirai amareggiato  e invogliato a non perseguire la via del fumetto per via della paura.

Bisogna essere pazzi per non avere paura. E non lo dico io, lo dice il tipo in Small soldier, fantastico film.

Ciò che intendo dire, è che io sono io, e tu sei tu. Non farti sugestionare da quello che dico, piuttosto, ricordati che la vita del fumetto (lollete, altra citazione, che Nerd che sono) è estremamente dolorosa e sconfortante.

Se non hai una grandissima forza di volontà o il coraggio di affrontare te stesso e i tuoi limiti fino allo stremo, rinuncia.

Questo media ne ha fin troppo di disegnatori passivi che  si svegliano un giorno e dicono di voler fare questo mestiere senza conoscere davvero cosa significa FARE questo mestiere.

Io ti dico solo una cosa. Vi dico solo una cosa.

Sono stanco.

Sono davvero molto stanco...






venerdì 14 dicembre 2012

MangEkan (Ovvero il disegnatore di manga)


Salve a tutti piccoli osservatori abusivi in scatola, come andiamo? Purtroppo con la circumvesuviana non tanto bene, immagino.

In ogni caso, sono qui con un nuovo fantasticissimo post riguardo il disegno! Sì, lo so che con lo scorso post ho deviato il target parlando di qualcosa di diverso, ma ogni tanto è giusto variare con gli argomenti,  infondo alla fine più o meno sempre col disegno era collegato...

...Via cavo.

Dunque, solite battute alla Groucho a parte, sapete chi è il tipo della foto che ho postato qui sopra? Eiichiro Oda, il creatore di Onepiace o come si scrive, o almeno credo visto che gli orientali si somigliano tutti ed è difficilissimo distinguerli, e in ogni caso mi è uscito come primo risultato di google, fidiamoci!
Allora, perché ho postato questa foto? Semplice per dirvi onestamente che...

...Attimo di suspance non fa mai male...

 ...Mentivo. Fate un bel respiro profondo, ciò che vi dirò vi farà incazzare e vi farà anche molto male...

 ...Forse un po' alla prostata...

...O allo stress...

...O alla cervicale...


...Ok, basta. Lo dico. Voi, gentili lettori NON diventerete MAI e poi MAI né un mangaka normale né un mangaka di successo come lui.

Perché? Avevo intenzione di spiegarlo io con parole mie, ma vedo che, in ogni caso, al mondo ci sono persone che ragionano al mio stesso modo, quindi semplicemente vi linko un video di youtube del youtubers in questione che vi dirà meglio di me PERCHÈ non diventerete MAI dei mangaka.



Finito di vedere il video? Molto bene, ora potete partire con frasi fatte del tipo "Io credo nei miei sogni, se ci credero con tutto il cuore prima o poi si realizzerà, tu non hai diritto di criticarmi! Io diventero mangaka!".

Finito di dire puttanate? Benissimo! Inizio il discorso alla Rrobe style. (Senza offendere nessuno, è solo una citazione!)

Premetto che siete dei coglioni (Ecco, qui invece volevo davvero offendervi), su quali basi dite che i vostri sogni si realizzeranno? Conoscete un editor di Shueisha?
Immagino di no, immagino non sappiate neppure parlarlo il giapponese.
Scommetto che non accettate nemmeno l'idea di sapere che mangaka significa semplicemente FUMETTISTA in lingua giapponese, ergo è la stessa identica cosa, cambia solo il nome ma alla fine si tratta sempre della stesso medesima professione.
Il vostro sogno di diventare mangaka è impossibile, sia a livello di mercato che a livello filologico.

Oh, andiamo, non mettetevi a frignare, siamo signori, e signore, adulti noi (Ma se siete minorenni, continuate pure), bisogna accettare la realtà. È un dato di fatto e bisogna solo accettarlo e trovare delle alternative. Sono sicuro che nessuno voglia leggere un manga pezzotto italiano, così come nessuno comprerà un pezzotto cinese di un prodotto random, soldi e quoziente intellettivo permettendo. È  pura logica, perché andare dal dilettante sempliciotto che ha iniziato da poco, italiano e da autodidatta piuttosto che andare dall'originale, professionalmente riconosciuto, culturalmente amalgamato e coerente mangaka giapponese? Mangiare la piazza napoletana fatta da dei giapponesi. SICURO! Sarà un capolavoro di arte CULI-IN-ARIA.... E già immagino scene poco signorili.

Seriamente, ragazzi, non prendiamoci in giro. Così funziona il mondo. Però voglio aiutarvi, o almeno provarci, perché infondo avete iniziato a sognare e perseguire questa strada leggendo qualcosa che vi piaceva che però non vi è possibile realizzare, anch'io ero come voi e ho abbastanza sensibilità per provare a darvi consigli, potete accettarli o meno, è una vostra scelta, e lo capisco.

Voi volete fare manga, ma non potete proprio per nulla fare manga in giappone, ma ormai il vostro stile è prettamente manga style, come ne usciamo da questo tunnel? I casi sono tre. O lavorate sullo stile in modo da renderlo accettabile, o cambiate stile e vi fate il culo quanto una capanna, o fate disegno amatoriale non riusciendo mai a pubblicare nulla di concreto su carta.

A tal proposito mi ricordo di quella ragazza che partecipò a Lucca Comics 2011, era chiaramente uno stile shojo manga, il disegno era chiaro, funzionava, ma era pur sempre manga. Non vinse ma la menzionarono, ora non ricordo né il nome del progetto né dell'autrice (Lol, scherzavo, googlando due secondi ho trovato addirittura il blog, dategli uno sguardo, soprattutto se siete appartenenti al gentil sesso e omosessuali Sarina's blog progetto Children's Mirror), ma per arrivare finalista e addirittura essere menzionata a Lucca, fa quasi credere che forse, in futuro, si inizieranno a prendere in considerazione l'ipotesi di creare manga made in Italy, ma la vedo al quanto difficile. Questo perché siamo un popolo conservatore, critico e stupido. Molto stupido, e davvero esageratamente critico. Non ci va bene mai nulla, anche quando qualcosa tecnicamente è perfetto non ammetteremo mai che lo sia, ma questo è un discorso a parte, magari ne parlero in qualche altro post, ritorniamo al discorso...

Se siete intenzionati a voler proseguire questa strada, disegnare fumetti, anche a costo di cambiare stile, va benissimo ragazzi! Anch'io ho optato per questa strada, è complicata e difficile, ma piena di soddisfazioni. Fortunatamente con la globalizzazione e le nuove tecnologie, a differenza di voler diventare mangaka, puoi lavorare per l'America o per la Francia, ormai non è più un caso raro vedere degli italiani lavorare per case editrici estere, quindi avete un'ampia scelta a disposizione, a tal proposito voglio bullarmi un po' mostrandovi una mia foto assieme a Claudio Castellini, forse il primo italiano ad aver lavorato per la Marvel e per la DC.


Sono un uomo bellissimo. Ma narcisismo a parte, basta bullarsi!

Torniamo al succo, in italia ci sono disegnatori professionisti che con uno stile al quanto manga sono riusciti ad andare avanti, ma è un eccezione, non la regola! Un caso famoso che mi viene in mente è sicuramente Massimo dall'Oglio. Vi consiglio di vedere suoi lavori, di aggiungerlo su facebook, di chiedere consigli a lui sul come ha fatto a diventare quello che è disegnando con uno stile euromanga (Non ho mai capito qual è effettivamente la differenza, ma vabbeh). A tal proposito vi straconsiglio anche la sua webcomics, Sprawl, veramente stupendo, sul blog trovate anche foto di come, e con quali strumenti, ha realizzato quelle splendide tavole.

Beh, signori, e signore, al momento non mi viene più in mente niente riguardo questo argomento, io ho semplicemente deciso di cambiare stile e di migliorare di modo da lavorare, magari, per l'america in futuro (Anche se non mi farebbe certo schifo lavorare per la Francia o per la Bonelli).

Vi saluto!


giovedì 6 dicembre 2012

La decima arte

Salve a tutti anonimi lettori, come state? Immagino tutto male, come al solito!

Siamo sotto Natale, la festa della consumazione invernale! Come dite? In realtà è la festa della nascita di Gesù cristo? Oh, Cristo! Me ne farò una ragione.

Battute squallide ma ben articolate a parte, sono qui per parlare della decima arte. Cos'è la decima arte? Non lo so nemmeno io in realtà, ho googlato sperando si riferisse ai videogiochi, i risultati sembrano confermare quindi puppa.

Dunque, della decima arte diciamo che sono molto affezionato come con la nona se non anche di più! (La nona sarebbe il fumetto, se non si era capito).

Sì, per i ritardati mentali: Questo post non parlerà di fumetto o di disegno, non completamente perlomeno.

Premesso questo, inizio col rivelarvi un segreto. Inizialmente non volevo diventare un fumettista.
In realtà il mio sogno fin da piccolo era quello di sviluppare videogiochi, e da buon ragazzino sveglio e appassionato di questo media (NERD!), tramite riviste che compravo all'epoca, cioè PSM e sì non  c'era internet libero all'epoca, il mio piccolo cervellino di individuo medio con occhiali e amante di un particolare media (NERD!) fece 2 + 2 e capii che da italiano MOLTO difficilmente  ci sarei riuscito, ma potevo provarci! Sono sempre stato una testa dura, non m'importava di fallire l'importante era provarci! Così mi rimboccai le maniche, non sapevo programmare, ma proprio zero, io e la tecnologia siamo antichi nemici. Per cui iniziai a disegnare, infondo fin dall'asilo  mi piaceva disegnare, nel mio archivio ho ancora i disegni che facevo anche alle elementari.

Perché disegnare se volevo fare videogiochi? Creare giochi da solo è impossibile oggigiorno, per cui potevo puntare a un ruolo specifico e fare il character design non mi avrebbe certo fatto schifo.

Passarono gli anni, ma da buon ragazzino ignorantello e mentalmente vivace (NERD!) disegnavo poco e nulla, finché non venni a conoscenza di un tool chiamato Rpgmaker. Ebbene signori e signore, mi ci sono applicato di brutto su questo tool, mi ero iscritto anche sulle varie community di making italiane, era diventata una mia seconda vita, e a tratti superava anche la mia prima vita! Insomma, una droga completa. Vi faccio vedere qualche screen di miei vecchissime creazioni.





 M STYLE FIGHTER

In pratica doveva essere un picchiaduro strategico tipo Dragonball Z uscito su gameboy color,
i personaggi li creavo interamente da zero, ed era divertente, faceva proprio al caso mio visto che volevo fare il character design. Purtroppo non sono mai riuscito a farlo funzionare...
La trama non c'era nemmeno, la mia intenzione era fare un videogioco divertente che funzionasse, ma ahimé non ci fu verso.

SHRINE // CLAW WAR

Sarò sincero, non ho idea del perché iniziai a sviluppare questo gioco. La trama sembrava un classico shonen manga difatti anche lo stile di disegno, ormai abbandonato per forza di cose, vagamente è da shonen manga.
La trama parlava di questi due fratelli Jutash e Claus che tentano di tornare a Shrine, la loro città natale poiché il loro padre, il gran sacerdote del regno, è stato assassinato, lungo la strada però scoprono intrighi molto più grandi di quel che sembrano che porterà Shrine in guerra contro Claw l'antico popolo della terra.
Nulla di che. 
Il BS (Battle system per i neofiti) era un semplice GDR a turni, per chi ha provato a fare qualcosa in rpg maker sa quanto è difficoltoso creare un BS funzionante, divertente ma soprattutto spettacolare.
Inutile dire che si, io ero un grafico con una discreta passione e quindi capacità, ma non sono mai stato un granché come programmatore e anche qui il tutto è andato a donnine allegre.


 M M ADVENTURES
Il castello del lollore

Quando la mia esperienza col suddetto tool è andata migliorando iniziai a sviluppare con maggior decisione un platform, che per chi sa quanto è ostico crearne uno con rpg maker sa che ero completamente pazzo.
La trama era semplicissima: Mahun e Melkor (Che poi alla fine erano gli alter ego mio e di un mio amico di quel forum) vengono rapiti da un misterioso individuo che li spinge a recuperare  dei cristalli in diverse location per attivare il suo castello del lollore. Lo scopo? Mistero.
In realtà lo scopo ancora non avevo idea di quale poteva essere, ma era un gioco prettamente umoristico e non-sense, con un gameplay che traeva ispirazione da Crash bandicoot e Tombi.
C'era il megarutto, l'accendino infernale, chitarre metal, ammaccabanane ecc ecc
Una perla, se fossi riuscito a finirlo, ma anche qui fallì perché come già detto, non sono mai stato bravo a programmare, c'erano milioni di bug, specie contro i boss, che non riuscivo proprio a risolvere...



LEAF ARCANICUS
Il pelligrinaggio.

Questo gioco sarebbe stato il primo gioco che avevo intenzione di fare con rpgmaker Xp una versione più aggiornata delle precedenti 2000 e 2003.
In pratica doveva essere un gioco sequel di un fumetto che feci in un forum di making che ebbe successo, il che mi fa strano visto lo stile di disegno... Ma del resto con questo stile di disegno sono arrivato addirittura finalista a Lucca per cui alzo le mani, evidentemente qualche potenzialità per piacere a un pubblico magari c'è.
In ogni caso il BS doveva essere tipo la saga di TALES OF, inutile dire che ho fallito anche qui, e meno male aggiungo io, per fare seriamente un progetto simile sarei dovuto morire  di stenti per la fatica, e a rivederli a diversi anni di distanza, quasi 6 ormai, mi fanno anche cagare graficamente.
Erano bei tempi, tutto sommato. Tralasciando il fatto che mi inimicai mezze community s'intende! I motivi furono diversi, un po' per questo un po' per quello, infantilità e presunzione non sono state molto d'aiuto comunque. Ma sorvolando su questo, mi piaceva molto quello che facevo, sviluppando qualche giochino imparavo molte cose riguardo questo media. Regole più che altro, che ci sono in ogni mestiere, come nel fumetto o l'illustrazione.

Anzitutto, il 2D è completamente diverso dal 3D. La maggiorparte dei nabbi che veniva a fare making incuriositi dal tool non facevano altro che provare a ricreare una sola cosa: Un gioco con il gameplay di Kingdom hearts. Il fottutissimo Kingdom hearts. Come dicevo prima, è assurdo ispirarsi a un gioco dal gameplay 3D per fare un gioco 2D, avrei capito se la maggiorparte si riferisse a Kingdom hearts su Game boy advance, ovviamente no. Invece di ispirarsi a giochi come Final Fantasy 6, Tombi,  Super Mario, Zelda, YS, la maggiorparte volevano creare giochi alla Kingdom hearts o addirittura nientepopodimenoche.....


...Un attimo di suspance...


....Devil May Cry. Il fottuto Devil May Cry. Ma cosa cristo devi esserti rollato per voler creare un gioco 2D ispirandoti a una figata che però funziona proprio perché è 3D? Già i pixelartist giapponesi con anni di esperienza sulle spalle si uccidevano per disegnare le pose dei personaggi tipo street fighter per dare loro fluidità e credibilità nelle combo e nelle mosse e mo arrivi tu cazzo cazzo e speri di creare un gioco graficamente bello con un gameplay dinamico e esplosivo come Devil May Cry GRATIS?! Ma infilati un pino nel culo, per piacere, PER PIACERE.

Un'altra cosa che ho imparato è che un gioco non deve avere una trama per essere bello. Se diverte e intrattiene può anche essere debole. Basti vedere giochi come Demon's souls o Dark souls, o andando indietro con Resident Evil 4, o ancora più indietro con Super Mario o Donkey kong. Super Mario che trama aveva? Salva la principessa dalla tartaruga gigante a tre corna sputa fuoco. E Donkey kong? Ti hanno rubato le banane, RIPRENDITELE!

Queste erano le trame di due leggende nel mondo videoludico, a conferma della teoria che un gioco non deve avere una trama estremamente articolata, basta che il gioco riesca a intrattenere, del resto la decima arte si muove proprio di questo, intrattenendo i giocatori che vogliono appunto giocare!

Ci sarebbero moltre altre regole interessanti che ho appreso, ma che importa dirvele ormai? Sarebbe inutile, il making non è più la mia strada, probabilmente non lo è mai stata, al momento mi sto applicando con la nona arte, il fumetto, che mi sta portando molte più soddisfazioni sia economiche che di crescita.

Ricordo il mondo del making con affetto, ma seguo la mia strada, andando avanti, a passo lento, poi veloce, inseguendo un sogno, anzi, un destino, che un giorno con l'impegno e l'amore raggiungero.

E con soddisfazione.